Leggenda popolare su Sant’Anna

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Leggenda popolare su Sant’Anna

“Mentre un contadino zappava la campagna sulla collina più alta del minuscolo paese, intravide qualcosa di duro sotto la siepe; curiosando maggiormente, si accorge che è una statua. Avvertiti gli altri abitanti, questi convengono che la statua rappresentava l’immagine della loro Patrona. Subito ampliarono la cappellina erigendo una chiesa in onore di Sant’ANNA”. Il culto di Sant’Anna a Bacoli, risale al secolo XVI, quando secondo le leggende popolari un gruppo di ebrei sbarcò sulla spiaggia del Poggio. questi ebrei per sfuggire ai soprusi dei cattolici, si convertirono al cristianesimo ed elessero a simbolo della loro comunità Sant’ANNA, donna ebrea. Se il raccolto andava bene, se la pesca era ricca, se il popolo godeva di buona salute, tutto era dovuto alla mano potente e protettrice di Sant’ANNA.
Si racconta che un anno la siccità stava per distruggere tutto il raccolto, specialmente i vitigni. Era la penultima domenica di Agosto; i bacolesi, preoccupati per la siccità, decisero di portare in processione l’effige della Santa. La statua fu portata attraverso le campagne, fino a notte fonda, quando all’improvviso la pioggia cominciò a cadere. Il raccolto fu salvo e per riconoscenza il popolo donò come ex-voto, un grappolo d’uva d’oro alla loro Patrona.
Si racconta che nella seconda metà del 700 i puteolani cercarono di organizzare il rapimento della statua per mettere fine alle loro disgrazie (bradisismo, cattivo raccolto). Una notte, un folto gruppo di pescatori puteolani, sbarcati sulla Marina Grande di Bacoli, riuscirono a trafugare la statua dalla chiesa e di nascosto tentarono di portarla verso la Marina attraverso le campagne deserte. Man mano che camminavano, i pescatori si accorgevano che la statua diventava sempre più pesante, fino a quando si accasciarono tutti: la statua era diventata intrasportabile. Terrorizzati, i puteolani confessarono tutto alla popolazione e l’immagine fu riportata al suo posto.